apr 29, 2021 Canyon.com
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Le grandi salite del Giro d’Italia

Tutti gli stradisti appassionati mirano a raggiungere il cartello con la scritta “Passo dello Stelvio” almeno una volta nella vita. Ecco le salite più alte affrontate nelle edizioni del Giro d’Italia, le consacrate “Cima Coppi”.

Le grandi salite del Giro d’Italia Vista sull’Ortles dal Passo dello Stelvio

Tutti gli appassionati di ciclismo su strada hanno l’obiettivo di percorrere in bici un grande passo alpino almeno una volta nella vita. Queste imponenti salite sono teatro di battaglie a colpi di pedali nei Grand Tour e regalano emozioni assicurate agli amanti di questo sport. Sono l’emblema del coraggio, della determinazione e dell’audacia che contraddistingue gli eroi del ciclismo.

E proprio una di queste intramontabili icone, Fausto Coppi, ha dato il nome al simbolo per eccellenza delle salite montane del Giro d’Italia: la Cima Coppi. Questo termine identifica il punto più alto raggiunto durante la corsa, il più ambito tra i Gran Premi della Montagna, e fu istituito nel 1965 in omaggio al “Campionissimo”. È un pezzo di storia del ciclismo mondiale e ha reso iconici alcuni tra i più spettacolari passi alpini.

In cima alla “lista dei desideri” di ogni stradista ci sono queste grandi salite: un traguardo emozionante e gratificante, rappresentato dal checkpoint d’obbligo sotto al cartello stradale che indica la sommità del passo. Ogni salita ha una sua peculiarità, definita da lunghezza e pendenza. Per le salite più corte, può essere una buona alternativa scegliere una bici aerodinamica: la Aeroad imbattibile una volta scollinato. Se volete affrontare un percorso più lungo, o magari cimentarvi con un doppio passo alpino come fanno moltissimi amatori che percorrono Stelvio e Gavia nello stesso giorno, potete orientarvi sulla Endurace; un modello con geometria più rilassata che garantisce una comoda posizione in sella anche dopo molti chilometri. La versione con motore, la Endurace:ON, è una bici elettrica con la classica geometria e agilità di una bici da corsa e consente davvero ad ogni ciclista di raggiungere la meta tanto agognata. Ma l’indiscussa regina delle montagne, la bici da scalatore per eccellenza è la Ultimate. Agganciate i pedali, si parte!

Top 5 salite del Giro d’Italia da fare in bici da corsa:

Passo dello Stelvio

Località: Val Venosta e Valtellina
Altitudine: 2.758 m s.l.m.
Pendenza massima: 12%
Lunghezza: 26 km
Apertura passo: maggio – novembre
Edizioni “Cima Coppi” al Giro d’Italia: 10

Il gruppo scende dal Passo dello Stelvio, Giro d’Italia 2017 Il gruppo scende dal Passo dello Stelvio, Giro d’Italia 2017 | © Kramon Photo

Salita simbolo del ciclismo su strada, il Passo dello Stelvio è la Cima Coppi per antonomasia, che con i suoi 2.758 metri rimane il punto più alto mai raggiunto dal Giro d'Italia. Il valico è stato inserito per la prima volta nel tracciato della Corsa Rosa nel 1953 e proprio in quell'occasione è stato teatro di una delle ultime grandi imprese di Fausto Coppi.

Il passo è raggiungibile da tre versanti. Il più tosto è quello altoatesino che parte da Prato allo Stelvio e sale per quasi 26 km con pendenze fino al 12% nell'ultimo chilometro prima del GPM. Il dislivello pedalato complessivo supera i 1800 metri: la prima sezione risulta più pedalabile con alcuni tratti di falsopiano per arrivare poi ad imboccare i 48 tornanti con pendenze medie intorno all'8-9%.

La seconda opzione è partire da Bormio. Da questo lato la salita è di circa 21,5 km e i tornanti da affrontare sono 40. Il dislivello da pedalare è più ridotto rispetto all’altro versante, circa 1500 metri, e la pendenza media è del 7% con picchi del 12%.

Il terzo accesso parte da un comune svizzero in Val Müstair per poi ricongiungersi al versante di Bormio presso Passo dell'Umbrail. La strada che porta fino al valico italo-svizzero è lunga circa 13 km, si presenta stretta e pendente, con punte fino al 12% e un dislivello che supera i 1440 metri.

Il Passo dello Stelvio è stato scalato ben 13 volte al Giro d’Italia, ed è stato designato “Cima Coppi” in ogni edizione in cui il Giro vi ha transitato dal 1965: ben 10 volte. Storica rimane l’impresa di Dario Cataldo (ora parte del team Movistar sponsorizzato da Canyon) che ha transitato per primo in vetta nel 2014 nonostante le avverse condizioni climatiche e presenza di neve sul passo. Gli abbiamo chiesto cosa si prova ad arrivare per primi sul tetto del Giro d’Italia:

“Ho sempre considerato il Passo dello Stelvio la Regina delle salite. Già dai giorni precedenti, sentivo che avevo un appuntamento con lei, e in quel giorno, tra grinta e timore decisi che quella giornata di freddo andava affrontata di petto. A 3 km dallo scollinamento vedevo quel traguardo alla mia portata e volevo farlo mio, a prescindere dal risultato della tappa. Non sentivo più il freddo, né la fatica, solo la voglia di conquistare quella speciale Cima Coppi che significava tanto per me. Nel 2016 la Cima Coppi se la aggiudicò Michele Scarponi e l’anno successivo fu dedicata proprio a lui la tappa con il doppio Stelvio. Piccole coincidenze ed aneddoti che creano un legame forte con una salita dove si vivono grandi gioie e profondi dolori. Per questo per un ciclista, una strada è molto di più che una semplice striscia di asfalto.”

Dario Cataldo al Tour de France 2020 Dario Cataldo al Tour de France 2020 | © Kramon Photo

Il Parco Nazionale dello Stelvio organizza ogni anno un’incredibile iniziativa dedicata a tutti gli appassionati di ciclismo su strada: la Giornata della bici al passo dello Stelvio. La strada viene chiusa al traffico non ciclistico, questo permette ai numerosissimi amatori di vivere un’esperienza da professionisti sul passo alpino più celebre del ciclismo italiano. Segna in calendario: sabato 3 settembre 2022 per goderti i 48 tornanti in tutta serenità.

Passo Pordoi

Località: Dolomiti
Altitudine: 2.239 m s.l.m.
Pendenza massima: 15%
Lunghezza: 12 km
Edizioni “Cima Coppi” al Giro d’Italia: 14

Passo Pordoi Passo Pordoi

È la Cima Coppi del Giro d’Italia 2021, grande protagonista della tappa 16, il tappone dolomitico che include anche altri due passi alpini: Passo Fedaia e Passo Giau. Il Passo Pordoi fu percorso per la prima volta durante la corsa nel 1940, si può quindi affermare che sia una salita storica del ciclismo italiano. In questa prima occasione, il primo transito al traguardo del GPM fu compiuto da una coppia di fuggitivi: Coppi e Bartali. Da allora è stato Gran Premio della Montagna in ben 40 edizioni.

È una meta amata dai cicloamatori e non presenta pendenze e difficoltà impossibili, a differenza di altre celebri salite alpine. La sua popolarità tra gli stradisti è sicuramente dovuta al fatto che è una salita storica del Giro, ma anche dal paesaggio incredibile che attraversa. L’itinerario per raggiungere il passo percorre la seconda strada asfaltata più alta delle Dolomiti ed è incluso nelle granfondo Sellaronda e Maratona delle Dolomiti.

In cima al Pordoi, Giro d’Italia 2017 In cima al Pordoi, Giro d’Italia 2017 | © Kramon Photo

La cima può essere raggiunta da due versanti. La salita dal versante trentino parte da Canazei ed ha una lunghezza di 13 km, dislivello da pedalare 789 m e pendenza media del 6%. Dal comune veneto di Arabba la salita è più ridotta in termini di chilometri (9.2 km) e di dislivello totale (637 m), ma presenta strappi più ripidi fino al 10%. La strada asfaltata è abbastanza larga e le curve sono dolci fino agli ultimi tornanti.

Una volta raggiunta l’agognata vetta, oltre alla classica foto con il cartello stradale, non potete mancare la visita al monumento in commemorazione del “Campionissimo” Fausto Coppi.

Passo Gavia

Località: Alpi Retiche
Altitudine: 2.618 m s.l.m.
Pendenza massima: 16%
Lunghezza: 17,3 km
Apertura passo: maggio - ottobre
Edizioni “Cima Coppi” al Giro d’Italia: 7

Passo Gavia Passo Gavia

Tra le mete più ambite dai cicloamatori, il Gavia vanta molti primati: è la salita alpina più lunga, con il maggiore dislivello da pedalare e raggiunge un’elevata altitudine.

Il valico è stato presente in 14 edizioni del Giro, spesso il transito della corsa sul passo è stato sospeso per condizioni climatiche avverse e l’itinerario modificato. Nell’edizione del 1988 il gruppo fu sorpreso da una bufera di neve inaspettata, la tappa è ancora oggi ricordata come tra le più suggestive mai corse in un Grande Giro. Anche nel Giro 2019, anno che ha visto come vincitore l’allora corridore Movistar Richard Carapaz, il Gavia era stato designato come Cima Coppi nella 16ª tappa, ma l’itinerario fu modificato un paio di giorni prima a causa della troppa neve presente sulla strada.

Celebre per essere la salita alpina più lunga, presenta anche delle pendenze medie elevate, in particolare dal versante bresciano con partenza da Ponte di Legno. Questa parte è stata completamente asfaltata solo negli anni Novanta ed è la più frequentata dai cicloamatori e anche dal Giro: la salita da Bormio è stata percorsa infatti in una sola edizione. Il versante valtellinese presenta pendenze meno aspre ma più chilometri da percorrere per raggiungere la vetta.

Ho vissuto grandi gioie e profondi dolori sulle salite. La strada è molto più che una semplice striscia di asfalto

Dario Cataldo - Team Movistar

Colle dell'Agnello

Località: Cuneo (Italia), Alte Alpi (Francia)
Altitudine: 2.744 m s.l.m.
Pendenza massima: 15%
Lunghezza: 25 km
Apertura passo: maggio - novembre
Edizioni “Cima Coppi” al Giro d’Italia: 4

José Joaquín Rojas (Movistar) sale il Colle dell'Agnello innevato, Giro d’Italia 2016 José Joaquín Rojas (Movistar) sale il Colle dell'Agnello innevato, Giro d’Italia 2016 | © Kramon Photo

Raggiungere la cima del Colle dell’Agnello in bici è considerato una sorta di rito di passaggio per ogni ciclista devoto. Ha la fama di essere uno dei valichi più faticosi di tutte le Alpi e non sorprende che molti amatori la vivano come una grande sfida personale. È stato affrontato in quattro occasioni durante il Giro d’Italia; l’ultima, nel 2016, ha visto la vittoria di tappa di Vincenzo Nibali. Poiché situato al confine tra Italia e Francia, è stato anche protagonista in due edizioni del Tour de France.

Nel ciclismo su strada è classificato come salita alpina lunga, misura in tutto 25 km ed è consigliabile affrontarla con un buon allenamento. I primi 7 km non presentano pendenze elevate e sono caratterizzati da numerosi falsipiani. Dopo Chianale inizia la parte più dura della salita, 9 km con pendenza media del 10% e punte di oltre il 14%; da qui è necessario utilizzare un rapporto agile e stringere i denti fino in vetta. La fatica è ripagata dal magnifico panorama sulle Alpi francesi: l’arrivo è sancito dal classico cartello stradale a cui si aggiunge il cartello che indica il limite tra Italia e Francia e il vecchio cippo di confine.

Per i cicloamatori che desiderano valutare con precisione le loro performance, la Comunità montana della Valle Varaita ha predisposto un sistema di cronometraggio della salita. Sei pronto per la sfida?

Colle delle Finestre

Località: Alpi Cozie
Altitudine: 2.176m s.l.m.
Pendenza massima: 14%
Lunghezza: 18,6 km
Apertura passo: giugno - novembre
Edizioni “Cima Coppi” al Giro d’Italia: 2

Su per la strada sterrata del Colle delle Finestre, Giro d’Italia 2018 Su per la strada sterrata del Colle delle Finestre, Giro d’Italia 2018 | © Kramon Photo

Il Colle delle Finestre è noto ai ciclisti come una delle salite più dure d'Europa dopo Zoncolan, Mortirolo e Angliru. La salita misura ben 18,6 km e prevede un dislivello positivo di 1700 m con una pendenza media pressoché costante del 9,1%. A complicare ulteriormente il raggiungimento della cima c’è la grande particolarità di questo valico, l’ultimo tratto di strada è tutt’oggi sterrato. I corridori del Giro d’Italia si sono dovuti misurare in quattro occasioni con questa “terrificante” ascesa, come l’ha definita Gilberto Simoni nel 2005.

Il versante più frequentato dai cicloamatori, e scelto sempre nell’itinerario della Corsa Rosa, è quello dalla Valle di Susa. L’inizio della salita presenta già alte percentuali di pendenza che non calano per tutti i 33 tornanti. Lasciato l’asfalto, si percorrono gli 8 km di strada sterrata.; qui il fondo stradale non sempre in ottime condizioni presenta un elevato rischio di foratura. È possibile percorrerlo in bici da corsa, ma è un terreno favorevole per una bici gravel. Anche questa categoria offre ormai telai e allestimenti sempre più leggeri, come la Grail CF SLX. Questi modelli si prestano benissimo a sfide di questo genere in condizioni di terreno misto.

Salite bonus: immancabili nella lista dei desideri di ogni stradista

Pur non avendo mai ricoperto il ruolo di “Cima Coppi” per l’altitudine relativamente bassa, queste due salite sono un grande classico del ciclismo su strada: stiamo parlando del Mortirolo e dello Zoncolan. Celebri e temute per le pendenze superiori al 20%, sono immancabili nella “lista dei desideri” di ogni ciclista temerario.

Passo Del Mortirolo, Giro d’Italia 2015 Passo Del Mortirolo, Giro d’Italia 2015 | © Kramon Photo
Enrico Battaglin (Katusha-Alpecin) sale il Mortirolo, Giro d’Italia 2019 Enrico Battaglin (Katusha-Alpecin) sale il Mortirolo, Giro d’Italia 2019 | © Kramon Photo

Il Passo del Mortirolo è una strada di montagna secondaria che congiunge Valtellina e Val Camonica. Deve la sua popolarità al Giro d’Italia 1990, quando è stato inserito nel percorso il suo versante settentrionale caratterizzato da pendenze elevate e costanti. Si parla di una salita di 12,5 chilometri per un dislivello di 1300 metri e presenta strappi con pendenze fino al 23%.

Fan in attesa del Gruppo sul temuto Monte Zoncolan, Giro d’Italia 2018 Fan in attesa del Gruppo sul temuto Monte Zoncolan, Giro d’Italia 2018 | © Kramon Photo

Altra mitica e tremenda salita resa celebre dalla Corsa Rosa, è quella che porta in cima al Monte Zoncolan. Una salita “breve” (10,5 km) ma davvero intensa: il dislivello totale è di 1.210 con una pendenza media dell’11.6% e picchi fino al 22%. Nell’edizione del Giro d’Italia 2021, i corridori dovranno affrontarlo all’arrivo della 14esima frazione: sarà sicuramente un traguardo da non perdere!

Canyon sulle salite del Giro

Il vincitore del Giro d’Italia 2019 Richard Carapaz sulle salite della tappa 20 Il vincitore del Giro d’Italia 2019 Richard Carapaz sulle salite della tappa 20 | © Kramon Photo

Il migliore anno di Canyon al Giro d’Italia è sicuramente il 2019. Richard Carapaz indossa la maglia rosa sul podio finale e il compagno di squadra Mikel Landa chiude in 4° posizione della Classifica Generale. È proprio in questa edizione che il team Movistar entra in azione sulle grandi montagne del Giro.

La Cima Coppi, inizialmente prevista sul Gavia ma annullata per la presenza di neve, è stata Passo Manghen, scalato nella ventesima frazione. Proprio negli ultimi chilometri di questa tappa, Landa e Carapaz recuperano i fuggitivi, ma non basta. Pello Bilbao vince la tappa in volata e il duo Movistar chiude rispettivamente in seconda e quarta posizione.

Ti senti pronto?

Cosa devi fare per arrivare in cima a queste grandi montagne? Un po’ di allenamento, qualche buon amico e grande determinazione. Pronti, partenza, pedala!

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